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Cassino – Grande interesse e partecipazione al Convegno sul Cyberbullismo

Quasi cinquecento persone hanno partecipato con interesse al convegno sul Cyberbullismo che si è svolto a Cassino nell’Aula Magna dell’Università alla sede della Folcara, organizzato dalla Pastorale Digitale della Diocesi di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo e dall’Università di Cassino e del Lazio meridionale. Segno di un grande interesse e di un sentito bisogno di acquisire competenze specifiche da parte dei docenti e degli educatori, ai quali principalmente era indirizzato. Il convegno è un nuovo frutto dell’Accordo di collaborazione stipulato dalla Diocesi e dall’Università lo scorso 7 novembre e dimostra che la Commissione congiunta delle due istituzioni, guidata rispettivamente dal prof. Giovanni Busatto e dall’ing. Riccardo Petricca, ha lavorato bene e proficuamente, riuscendo ad intercettare un preciso bisogno, quello degli insegnanti che si trovano a fronteggiare situazioni e problemi nuovi e preoccupanti come il fenomeno purtroppo assai diffuso del cyberbullismo e che hanno l’obbligo di formazione e aggiornamento. Il convegno dava loro crediti formativi. E questo non può che far piacere e dare soddisfazione.

Il convegno, trasmesso in diretta streaming grazie alla regia di Francesco Marra della Pastorale Digitale, si è aperto con la conduttrice Maria Cristina Tubaro che, inquadrata la tematica, ha dato la parola al Rettore prof. Giovanni Betta che, da padrone di casa, ha porto il suo saluto ribadendo la sua fiducia fin dall’inizio nell’accordo con la Diocesi e affermando che l’obiettivo comune è la formazione delle nuove generazioni. Anche il Vescovo mons. Gerardo Antonazzo ha salutato i partecipanti, con una riflessione su questi nuovi fenomeni, come il cyberbullismo, che ci colgono un po’ di sorpresa. I ragazzi hanno la percezione di impunità in rete, tanto che filmano e postano le scene, che poi invece li accuseranno. Molteplici sono le tragedie nate da questi episodi. Bisogna andare alle radici del fenomeno. C’è da chiedersi: gli adulti dove sono? intendendo un dove non geografico ma educativo. Spesso sono figli unici cui si è dato anche troppo; manca loro la percezione di ciò che è male e non deve essere fatto. I genitori, volendo tenere sotto controllo i loro movimenti, pur vedendone i rischi, comprano lo smartphone ai figli ma la comunicazione, quella vera, diminuisce. La comunicazione vera, ha detto, non è fatta solo di parole ma anche di ascolto e di gesti. Come si insegna il codice stradale, così bisogna regolamentare l’accesso alla rete e insegnare ai ragazzi ad usare bene la tecnologia e inoltre educarli a parlare di quanto accade.

A questo punto è stata data notizia della nuova App della Diocesi, realizzata da Francesco Evangelisti, del team di Pastorale Digitale, studente di 1° anno di ingegneria. Una app compatibile con tutti i dispositivi Android, smartphone, tablet o Smart tv, che si può scaricare dal sito della Diocesi: www.diocesisora.it/download/com_pastorale_digitale.apk  E’ stato lo stesso Francesco a illustrarla brevemente, ricordando con gratitudine il “suo” prof. Angelo Molle e ricevendo calorosi applausi.

Hanno fatto seguito gli interventi dei relatori, a cominciare dal dott. Michele Zizza, giornalista specializzato in comunicazione digitale e insidie della rete, che si è soffermato a fare una disamina del fenomeno cyberbullismo. E’ un fenomeno che non si riesce ad arginare, ha detto, e quando un ragazzo viene sottoposto ripetutamente ad atti vessatori, può entrare in una fase critica irreversibile o almeno bisognosa di tempi molto lunghi per essere superata. Dopo aver parlato anche del Disegno di legge italiano, ha illustrato il “Programma Kiva”, messo a punto in Finlandia e lì adottato con successo dal 90% di scuole: un programma incentrato sul gioco e che ha lo scopo di dare supporto alla vittima. Ha poi mostrato i dati di una ricerca IPSOS che mostra il grande aumento dello smartphone, oggi posseduto dal 95% della popolazione adulta con un incremento del 18% rispetto al 2004, e del tablet (+ 15%). L’ultima raccomandazione è stata: “con i figli siate digitali ma costruttivi!”.

La parola è andata al prof. Massimo Luigi Ferrante, Giurista docente nell’ateneo cassinate, il quale con grande forza e chiarezza ha illustrato il cammino del Disegno di legge italiano, alla quarta lettura innanzi al Senato. Il Diritto penale, ha osservato, non è solo repressivo, ma in gran parte ha una funzione preventiva che crea orientamento culturale. Ha avanzato motivate critiche alla scrittura e riscrittura del DDL 1261-B e additato i punti di contatto tra cyberbullismo e stalking. E’ importante far capire ai ragazzi, “questi simpatici scapestrati”, che gli atti di bullismo online sono penalmente perseguibili. “L’indulgenzialismo è la rovina dei ragazzi” ha affermato: i docenti debbono tenerne conto.

Il prof. Giovanni Arduini, Pedagogista, ha parlato su “L’educazione possibile”, illustrando le caratteristiche del contesto online, l’utilità e la pericolosità della tecnologia (la memoria in rete resta per sempre!), la necessità della prevenzione fin dalla scuola primaria, il gap generazionale e poi il ruolo della scuola di fronte alla necessità di recuperare la comunicazione, dando poi un quadro chiaro degli indicatori di allarmi, delle strategie di intervento in classe e delle azioni da promuovere.

Al prof. Ciro D’Elia, esperto di reti telematiche, è toccata la parte degli approfondimenti tecnici. Con l’aiuto di efficaci slide, ha parlato delle tipologie di bullismo e cyberbullismo e di un vademecum da seguire, della “gestione dell’informazione nell’era dell’informazione”, in parallelo con il codice stradale, dell’indagine IPSOS, della gestione della privacy e dei consigli del Garante.

A tanti stimoli e informazioni è seguito un interessante dibattito con domande dal pubblico a cui i relatori volentieri hanno risposto, arricchendo ulteriormente i contenuti. A tirare le conclusioni e a ringraziare non solo i relatori ma anche tutti coloro che a vario titolo hanno contribuito alla organizzazione e alla riuscita del convegno e gli intervenuti, è stato il prof. Giovanni Busatto, responsabile del progetto da parte dell’Università.

Adriana Letta