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Pontecorvo – Biomassa: la consulta dei sindaci dice no. Indetta assemblea pubblica

Alla presenza dei sindaco e delegati dei comuni di Pontecorvo, Aquino, Pastena, Pico, Roccasecca, Castrocielo, Colfelice, San Vittore del Lazio, Cassino e Ceprano, la consulta che si è tenuta martedì sera nella sala consiliare del Comune di Pontecorvo ha espresso il proprio parere contrario all’installazione di una centrale a biomassa in località Le Cese a Pontecorvo.

Presente anche un delegato dell’onorevole Luca Frusone. Il sindaco Anselmo Rotondo, che, insieme alla maggioranza e all’assessore all’Ambiente Nadia Belli ha annunciato: “La settimana prossima indetta assemblea pubblica con comitati e cittadini. A lavoro un pool di giuristi esperti in materia per verificare le procedure seguite”.

La consulta – si legge in una nota – all’unanimità ha espresso la contrarietà all’installazione della centrale a biomasse a Pontecorvo. Tale parere negativo non è rivolto all’iniziativa imprenditoriale, ma all’allocazione di un impianto su un territorio che in termini di smaltimento rifiuti ha già pagato un prezzo troppo alto. Nell’arco di pochi chilometri c’è l’impianto Saf, la discarica di Roccasecca, il termocombustore di San Vittore del Lazio, la discarica di Panaccioni, di Facciano e di San Paride.  Sulla scorta di ciò è stato ritenuto saturo il territorio”.

Le iniziative che i rappresentanti di oltre 50 mila cittadini intendono intraprendere sono: nota ai ministri dell’ambiente e della salute. Parere al ministero sulla coltivazione del Peperone Dop. Nota alla regione sulla catalogazione del territorio ad alta incidenza per quel che concerne l’inquinamento atmosferico.

“Il territorio – ha spiegato il sindaco Rotondo – ha detto in maniera unita e forte no alla biomassa, sicuramente i cittadini noteranno l’assenza dei rappresentanti istituzionali di Pd e Fi e i segretari provinciali Simone Costanzo e Pasquale Ciacciarelli, presente solo il M5S. Ne prendiamo atto e continueremo ad essere al fianco dei cittadina al di la delle appartenenze politiche  lontani da logiche che, con l’amministrazione della cosa pubblica, hanno davvero poco a che fare”.