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Frosinone – Angelo D’Amata Coordinatore Provinciale del Movimento Politico “DIREZIONE ITALIA”

Il 6 settembre 2017 è stata affidata la nomina di Coordinatore Provinciale del Movimento Politico “DIREZIONE ITALIA”, ad opera del On. Raffaele Fitto, ad Angelo D’Amata.

“Sono onorato per l’importante nomina attribuitami, – dice Angelo D’Amata – soprattutto questa appare un tributo alla Città di Pontecorvo; ci adopereremo al fine di rendere operativo nell’immediato il circolo cittadino pontecorvese. Dopodiché punteremo ad una crescita costruttiva e ad avere consensi esponenziali in tutto il territorio della Provincia di Frosinone.
Siamo appetibili politicamente poiché siamo consci che è terminato il tempo dell’immobilismo politico e che la richiesta di risposte da parte del cittadino è sempre maggiore.
Nel nostro Movimento Politico abbiamo rappresentanti di ogni livello territoriale, Comuni, Province, Regioni, governo centrale nazionale ed europeo: uno per tutti, l’On.Raffaele Fitto, già ministro della repubblica italiana .

Angelo D’Amata spiega altresì la ratio del passaggio dalla D.C. a D.I. :
“Si è conclusa l’esperienza D.C. a causa dell’assenza di progetti concreti e realizzabili nell’immediato e una consistente forma d’incomprensione tra gli addetti ai lavori.
Pertanto, abbiamo raccolto la sfida che le persone ci chiedevano: riportare la politica al centro dell’interesse del cittadino, e il cittadino ( e le sue necessità) al centro del dibattito politico. Lo faremo aprendo anche uno sportello di servizi al cittadino già da metà settembre nel rione pastine”.
E a livello provinciale?
“ Per il territorio della Provincia di Frosinone, invece, intendiamo interloquire con tutti coloro che condividono la nostra stessa linea riguardo le tematiche urgentI.
Il Movimento intende rappresentare una fucina di idee innovative e riformatrice, alternativo e competitivo rispetto alla sinistra, per l’affermazione dei Valori della civiltà occidentale.
Com’è organizzato il movimento?
“Il Movimento adotta una conduzione collegiale e pratica la più ampia democrazia interna. In particolare, il Movimento opera per il rafforzamento delle ragioni della libertà, della libera scelta delle persone, delle famiglie e delle imprese; in questo senso, si impegna per ridurre e limitare la presenza dello Stato nelle scelte della persona e delle famiglie, così come nella volontà di organizzare e gestire ogni forma di intrapresa in una corretta economia di mercato. Il Movimento lavora per la tutela e la promozione di ogni ceto sociale, in modo particolare per quanti oggi sono privi di adeguata rappresentanza politica: piccole e medie imprese, artigiani, commercianti, partite iva, professionisti, lavoratori autonomi e del privato, nuove povertà così come per la parte virtuosa del pubblico impiego pensionati e disoccupati, con particolare attenzione alle prospettive delle giovani generazioni italiane. Il Movimento persegue la riduzione della pressione fiscale, la razionalizzazione e riduzione della spesa pubblica, la riduzione del debito pubblico, la semplificazione amministrativa e l’affermazione in seno all’Unione Europea dell’interesse nazionale e del principio della rinegoziazione dei Trattati. Il fine dello Stato è la promozione del bene comune, cioè a cui possono partecipare tutti i cittadini in rispondenza alle loro attitudini e condizioni;
No all’immigrazione incontrollata. Scelta anno per anno delle quantità e tipologie di immigrati effettivamente integrabili nel mercato del lavoro italiano (come fanno altri Paesi, a partire da Canada e Australia). Oltre questo limite, missioni di respingimento: “FERMARE LE NAVI PER FERMARE LE MORTI”. Serve una chiara distinzione tra rifugiati e migranti economici: in Italia, coloro che chiedono e ottengono il riconoscimento come profughi sono solo il 4% del totale. Quindi il restante 96% sono migranti economici. E’ evidente che non possiamo accogliere tutti. Per quel che concerne la ripresa economica .La logica è quella per cui non bastano le aspirine, ma occorre una terapia d’urto. Abbiamo quindi proposto 48 miliardi di tasse in meno (di cui 24 al primo anno) con corrispondenti tagli di spesa. Proponiamo proprio quel taglio di tasse di 3 punti di Pil che corrispondono agli aumenti che i cittadini hanno subito dal governo Prodi del 2006 fino ad oggi”.