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Pastena – Mafie e corruzione: mai chinare lo sguardo

*di Arturo Gnesi

Il 21 marzo è il giorno della memoria delle vittime della mafia. Giornalisti, bambini, magistrati,forze dell’ordine, sindacalisti e semplici cittadini che hanno perso la vita a causa di Cosa Nostra, della Camorra, della ‘Ndrangheta e della Sacra Corona Unita.
Un evento che dovrebbe interessare tutti i comuni, un giorno che dovrebbe essere ricordato da tutte le istituzioni pubbliche perché è necessario conoscere le infiltrazioni mafiose che minacciano tutti i settori sociali.
Non possiamo illuderci di aver vinto la battaglia contro l’esercito armato di cosa nostra o sperare che siano sufficienti i poliziotti a tenere a bada le bande criminali della camorra. Dobbiamo imparare a difenderci dai colletti bianchi, dalle società finanziarie che tutelano gli interessi mafiosi trasferendo i capitali sporchi nei paradisi fiscali o riciclandoli attraverso il controllo di attività commerciali ed imprenditoriali presenti sul territorio.
Una giornata che serve a riflettere sulla corruzione invisibile e silenziosa che si insinua anche nella pubblica amministrazione, che fa proseliti nel governo della cosa pubblica e che utilizza favori e denaro per conquistare e conservare il potere.
Abbiamo avuto per troppi anni un sistema politico che è stato debole e rinunciatario nel contrasto alla mafia. Abbiamo  avuto frammenti della classe dirigente collusa e connivente con i corrotti e con i mafiosi e che anziché leggere la carta costituzionale hanno sfogliato il quaderno della spartizione di affari illeciti che sono stati il collante tra il mondo finanziario, quello politico e quello massonico- mafioso.
Abbiamo consentito alla cultura dell’illegalità diffusa di farsi spazio ovunque predominando nella galassia degli appalti e nella gestione dei lavori pubblici.
Abbiamo permesso che il ciclo dei rifiuti e quello delle energie rinnovabili venissero contese tra le famiglie mafiose, abbiamo lasciato che le tangenti favorissero l’ascesa al potere di gruppi senza morale e senza mestiere che hanno saccheggiato lo Stato.
Oggi ancora si è lontani dal comprendere che la mafia impoverisce il territorio, che le imprese affiliate alla camorra devastano il tessuto delle piccole imprese, e che l’espansione della ‘ndrangheta danneggia lo sviluppo occupazionale ed economico del territorio.
Siamo distanti dalla svolta culturale e a fronte dell’insicurezza sociale e della disoccupazione cronica in troppi vedrebbero di buon occhio la crescita dell’imprenditoria mafiosa quale alternativa all’inefficacia dello Stato.
Oggi è la giornata della memoria delle vittime della mafia ma sembra quasi un rito bizantino distante dalle nostre occupazioni e preoccupazioni e bisogna avere ancora coraggio  per limitare i danni delle attività mafiose. Soprattutto nei giovani bisogna riaccendere la speranza di lottare per un futuro nel quale i diritti dei cittadini possano crescere alla luce della giustizia, della democrazia e della solidarietà sociale.
*Sindaco di Pastena