Eventi

Musica sul Monte Leuci, Musica sotto le stelle… XIV edizione Concerti sotto le stelle sul “balcone della Valle del Liri”

 Venerdì 10 Agosto – Museo delle battaglie – ore 21.15

Rosy D’Altavilla

l’amore oltre il tempo

 

“Napoli e le sue canzoni che non hanno superato il muro del tempo,

riportate alla luce dopo 100 anni di oblio”

con Carmen DI MARZO

testo e regia di Paolo VANACORE

musiche originali di Alessandro PANATTERI

Fabio Angelo COLAJANNI, flauto

Alessandro PANATTERI, pianoforte e direzione musicale

 a seguire

…osservando le stelle

 con la partecipazione dell’Osservatorio Astronomico di Campocatino

Dalle ore 19.30 saranno a disposizione del pubblico dei bus navetta che partiranno dalla località Monte Leuci (ai piedi del Monte). Ultima corsa ore 21.00. Ingresso libero.

In caso di maltempo il concerto si svolgerà all’ interno alla struttura. La S.V. è invitata.

Saluti da Assoflute

Note sullo spettacolo  e recensioni…

Rosy D’Altavilla è un monologo brillante con inserti musicali scritto e diretto da Paolo Vanacore e interpretato da Carmen Di Marzo. La vicenda è quella di Rosetta, una donna semplice e umile, bidella in una scuola di Napoli, che possiede una caratteristica del tutto originale: ricordare esattamente ogni momento della sua esistenza precedente, nell’altra vita, tra l’altro, era Rosy D’Altavilla una famosa e celebre chanteuse, una ragazza dalle umili origini e dal grande talento che arriva a calcare con successo le scene nazionali. Oggi invece Rosetta la bidella è sola, non ha una famiglia, un amore, nulla, trascina stancamente la sua seconda esistenza nel ricordo malinconico della precedente, in particolare il suo cuore è ancora legato ad Alfonso, l’uomo di cui era follemente innamorata, perso all’apice della celebrità. Allo spettacolo faranno da cornice alcune splendide canzoni napoletane cantate dal vivo dalla bravissima Carmen Di Marzo e accompagnate da pianoforte e flauto. All’interno dello spettacolo verranno eseguite alcune canzoni che all’epoca ottennero un grande successo ma che, purtroppo, non sono riuscite a superare le barriere del tempo ma non per questo vanno considerate minori; sono state composte, infatti, da autori e musicisti più che autorevoli tra i quali Ferdinando Russo, Salvatore Gambardella, Salvatore Di Giacomo, Giuseppe Capaldo e tanti altri.

A tale riguardo è importante sottolineare l’importante lavoro di ricerca e recupero di questi brani effettuato dal Maestro Alessandro Panatteri finalizzato alla valorizzazione di un patrimonio musicale completamente dimenticato. In questo ambito prosegue, quindi, la collaborazione Panatteri-Vanacore che nel 2010 è sfociata in un altro spettacolo di grande successo dedicato a Gennaro Pasquariello e prodotto da Studio12. Vanacore, infatti, si è laureato in Storia del Teatro e dello Spettacolo proprio con una tesi sul cantante attore Pasquariello ed esegue da anni una serie di studi sul periodo d’oro della canzone napoletana che trova il suo massimo splendore tra la fine dell’800 e i primi anni del ‘900, dalle atmosfere dense e fumose dei cafè chantant ad una forma teatralmente più organica, il varietà.

Lo spettacolo ha esordito a Novembre 2016 presso la Bottega degli Artisti di Roma riscontrando un ottimo successo di pubblico e critica.

 

Estratti dalle recensioni:

“…emerge la bravura e l’esperienza di Carmen Di Marzo, ammirata in tante commedie teatrali, che con un solo gesto si trasforma durante lo spettacolo e diventa Rosy, con la sua struggente storia d’amore e di successo a cavallo della guerra. Storia di promesse involontariamente tradite, di incomprensioni, della scoperta della “malattia dell’applauso” e di un amore mai dimenticato per il suo Alfonso, seppur apparentemente svanito. Canta e racconta Rosy – Di Marzo, canta più di dieci canzoni della grande tradizione napoletana, frutto di accurata ricerca e recupero del Maestro Panatteri. Canta e fa sognare il pubblico presente, per un’ora sospeso nel tempo come il locale in cui si trova, con la piuma sulla fronte, le luci della ribalta ma la morte nel cuore. Melodie dolci, accorate, anche una tammurriata, finché svanisce il vissuto del passato (della vita precedente) e ritorna la piccola bidella, per un finale surreale e sorprendentemente dolce”. Paolo Leone, Corriere dello Spettacolo

“…Rosy d’Altavilla, lavoratrice poco appariscente di un istituto scolastico, ma anche passionale cantante del cafè chantant, in un passato magari solamente sognato; come emerge da quel lungo monologo che in flashback ripercorre emozioni antiche, forse immaginate appena, vissute comunque in una atmosfera malinconica da amor fou destinato a perdersi tra le asperità della vita. Il tutto intervallato da brani musicali che rimandano, in modo empatico e genuino, alla tradizione partenopea, brani interpretati da una Carmen Di Marzo vibrante quando canta, magnetica nello sguardo allorché si comincia a vagare tra i suoi ricordi.

Il raffinato e puntuale accompagnamento musicale (con protagonisti Alessandro Panatteri, al già menzionato pianoforte e alla direzione musicale, più Fabio Angelo Colajanni al flauto) ne valorizza l’interpretazione, ma è lo struggente e così profondamente umano testo cucitole addosso da un ispirato Paolo Vanacore a consentirle quella presa sul pubblico, che continua poi ad ascoltarla rapito, partecipe. Fino a un epilogo che trascende addirittura il bipolarismo del personaggio, regalando un’ulteriore emozione”. Stefano Coccia, Sul Palco

 

“…il testo è una vite ricca perfettamente intrecciata con ogni singola canzone. Paolo Vanacore e Alessandro Panatteri sono stati lo sposalizio dell’opera, e senza rendere conto a nessuno, tra i molti essenziali della modernità, l’hanno riempita di dolore e pena, ma anche di ingenua attesa (…) Carmen Di Marzo conduceva fuori dall’ombra il cuore disperato e in fiamme di Rosy, ci portava nella sua amara infelicità: ogni parola era un brivido uno spacco sui nostri ricordi. Rosy D’Altavilla ha soccorso la mia melanconia, forse anche la mia voglia disperata di un nuovo attacco romantico per la mia vita. È stata la patria dell’altro tempo: che il secolo in corso ha spentoMichele Caccamo, Faremusic