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#InternoSalute&Benessere – Coronavirus, tutto quello che c’è da sapere

di Rosalba Carnevale 

Un virus non è una cellula, ma una particella formata da un acido nucleico (DNA o RNA) e un involucro proteico che lo racchiude. Esso è incapace di vita autonoma in quanto non possiede gli apparati di sintesi necessari per replicarsi ma ha bisogno di parassitare una cellula ospite utilizzando le sue strutture biosintetiche. Per questo motivo sono definiti parassiti endocellulari obbligati. Ciò significa che, per renderlo innocuo e sconfiggerlo dobbiamo negargli l’organismo da sfruttare, dobbiamo impedire ad esso di penetrare nelle cellule del nostro organismo. Una famiglia di virus sono i Coronavirus noti per causare malattie che vanno dal comune raffreddore a malattie più gravi come la Sindrome respiratoria mediorientale (MERS) e la Sindrome respiratoria acuta grave (SARS). Ad oggi, sette Coronavirus hanno dimostrato di essere in grado di infettare l’uomo:

  • Coronavirus umani comuni: HCoV-OC43 e HCoV-HKU1 (Betacoronavirus) e HCoV-229E e HCoV-NL63 (Alphacoronavirus); essi possono causare raffreddori comuni ma anche gravi infezioni del tratto respiratorio inferior
  • altri Coronavirus umani (Betacoronavirus): SARS-CoV, MERS-CoV e 2019-nCoV (ora denominato SARS-CoV-2).

In particolare quello denominato SARS-CoV-2 (precedentemente 2019-nCoV), non è mai stato identificato prima di essere segnalato a Wuhan, Cina, a dicembre 2019. La malattia provocata dal nuovo Coronavirus ha un nome: “COVID-19” (dove “CO” sta per corona, “VI” per virus, “D” per disease e “19” indica l’anno in cui si è manifestata). Come è comparso questo nuovo Coronavirus? La comparsa di nuovi virus patogeni per l’uomo che erano precedentemente circolanti solo nel mondo animale, è un fenomeno ampiamente conosciuto (chiamato spill over o salto di specie) e si pensa che possa essere anche alla base dell’origine del nuovo coronavirus (SARS-CoV-2) ; al momento la comunità scientifica sta cercando di identificare quale sia stata la fonte di infezione.

Il 2019-nCov, essendo un virus respiratorio, si trasmette attraverso il contatto stretto con una persona infettata. In particolar modo, attraverso goccioline di saliva o escreato ( droplets) che vengono emessi tramite colpi di tosse e starnuti, o tramite contatti diretti personali, o infine, toccando con le mani contaminate e non ancora lavate bocca, naso e occhi.

Un parametro molto importante nello studio delle malattie infettive è l’R0 ( numero di riproduzione di base). Esso rappresenta il numero medio di infezioni secondarie prodotte da ciascun individuo infetto in una popolazione completamente suscettibile. Cosa significa? È il numero di persone che un individuo malato può infettare. Ad esempio, se una malattia infettiva ha un R0 paria 2 vuol dire che in media un singolo malato infetterà altre 2 persone. Dai dati emersi da quando l’epidemia del nuovo coronavirus (2019-nCoV)  ha cominciato a diffondersi, numerosi istituti di ricerca di tutto il mondo hanno calcolato stime di R0 dell’infezione pari a 2,5. Ciò vuol dire che ogni individuo affetto da Covid-19 può passare la malattia ad altre 2,5 persone. L’enorme attenzione verso le misure di contenimento messe in atto in queste settimane è dovuta proprio a questo valore. Quando esso scende sotto l’1 , la diffusione della malattia si arresta progressivamente. L’unico modo che abbiamo ora ( mancando ancora una terapia consolidata e un vaccino) per abbassare questo valore, e quindi spegnere la diffusione del virus, è quella di isolare i focolai e ridurre drasticamente il contatto tra i potenziali infetti e le persone sane ma altamente suscettibili (essendo un nuovo virus, la popolazione non possiede un’immunità di gruppo o ‘gregge’).

Un altro parametro fondamentale è il periodo di incubazione ovvero il periodo che intercorre tra l’esposizione ad un agente infettivo e la manifestazione della malattia. In pratica, si tratta dello spazio di tempo che il germe patogeno impiega per raggiungere gli organi o gli apparati bersaglio e si moltiplica determinando la comparsa dei sintomi specifici della patologia. Il tempo di incubazione può variare sensibilmente a seconda della malattia e possono andare da poche ore a settimane o mesi. Da cosa dipende la durata dell’incubazione? Da diversi fattori: carica batterica infettante ( numero di batteri che entrano nell’organismo), virulenza ( capacità di un microrganismo patogeno di oltrepassare le difese dell’organismo ospite riuscendo a determinare uno stato di malattia), la resistenza dell’organismo ospite ( stato di salute del sistema immunitario). Durante il periodo di incubazione, la persona infetta non manifesta ancora i sintomi ma può essere in grado di diffondere e trasmettere l’agente patogeno. Per il SARS-Cov-2 i dati finora a disposizione hanno evidenziato un periodo di incubazione tra 2 a 12 giorni, con un massimo di 14 giorni. Sono necessarie informazioni epidemiologiche più approfondite da più persone infette per determinare con precisione il periodo in cui l’infezione è contagiosa ed in particolare se la trasmissione può avvenire anche da parte di soggetti asintomatici o durante il periodo di incubazione.

Cosa dobbiamo fare per vincere la battaglia contro il SARS-Cov-2?

Bloccare la catena del contagio; negare al virus l’organismo da utilizzare per replicarsi. E tutto ciò si ottiene adottando le seguenti misure di protezione personale:

  • restare a casa, uscire di casa solo per esigenze lavorative, motivi di salute e necessità (vedi misure di contenimento)
  • lavarsi spesso le mani;
  • evitare il contatto ravvicinato con persone che soffrono di infezioni respiratorie acute;
  • evitare abbracci e strette di mano;
  • mantenimento, nei contatti sociali, di una distanza interpersonale di almeno un metro;
  • igiene respiratoria (starnutire e/o tossire in un fazzoletto evitando il contatto delle mani con le secrezioni respiratorie);
  • evitare l’uso promiscuo di bottiglie e bicchieri;
  • non toccarsi occhi, naso e bocca con le mani;
  • coprirsi bocca e naso se si starnutisce o tossisce;
  • non prendere farmaci antivirali e antibiotici, a meno che siano prescritti dal medico;
  • pulire le superfici con disinfettanti a base di cloro o alcol;
  • usare la mascherina solo se si sospetta di essere malati o se si presta assistenza a persone malate.

Se presenti febbre, tosse o difficoltà respiratorie e sospetti di essere stato in stretto contatto con una persona affetta da malattia respiratoria Covid-19: rimani in casa, non recarti al pronto soccorso o presso gli studi medici ma chiama al telefono il tuo medico di famiglia, il tuo pediatra o la guardia medica. Oppure chiama il numero verde regionale. Utilizza i numeri di emergenza 112/118 soltanto se strettamente necessario.

Stiamo lontani oggi per abbracciarci più forte domani. Insieme ce la faremo!!!

* (biologa – nutrizionista)