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#Appuntamentoconlastoria# Pontecorvo e il Congresso di Vienna

di Umberto Grossi

Il 5 giugno 1806 Napoleone dal palazzo di Saint Cloud a Parigi, emanava il decreto di nomina a principe e duca di Pontecorvo, del maresciallo di Francia Jan Baptiste Bernadotte, con diritto di successione agli eredi maschi.

Il Principato di Pontecorvo e il Ducato di Benevento

enclavi pontificie nel regno di Napoli

Con tale titolo lo governò fino al 21 agosto 1810, quando venne eletto dagli stati di Svezia erede al trono ,e  fu chiamato a succedere al re Carlo XIII di Svezia, essendo morto Carlo Augusto di Augustenburg, erede presunto del re Carlo XIII.

Bernadotte accettò l’offerta e. col consenso di Napoleone, giurò fedeltà al popolo svedese e al re Carlo XII, dal quale era edotto come figlio.

Napoleone approvò e dispensò Bernadotte dal giuramento di fedeltà e lo sciolse dal vincolo di nazionalità e nello stesso anno aggregava Pontecorvo al “Demanio straordinario della sa Corona”.

Quando nel 1818 morì Carlo XII. Bernadotte che già come principe ereditario aveva assunto il nome di Carlo XIV, salì sul trono con tale nome, adottando lo stemma sottoriportato, che  contiene alcuni simboli che sono presenti anche nello stemma di Pontecorvo.

Il Principato fu quindi affidato a Gioacchino Murat, anche se ufficialmente il 5 dicembre 1812, venne nominato Principe di Pontecorvo, con un apposito decreto imperale, il suo giovanissimo secondogenito Luciano Murat ( 1831-1878) fino al 25 maggio 1815.

Quando il Congresso di Vienna apriva i battenti, nell’ottobre del 1814, la controversia tra Murat e la Santa Sede per il possesso di Pontecorvo e Benevento, era già incominciata.

La questione si risolveva il 20 maggio 1815, quando  il trattato di Casalanza ( prese il nome della casa ove esso fu firmato, situata in una tenuta appartenente alla famiglia Lanza) sanciva la definitiva sconfitta di Murat e Ferdinando IV tornava sul trono di Napoli. Il trattato fu stipulato in agro di Pastorano, a pochi chilometri da Capua (Terra di Lavoro), tra l’esercito austriaco e quello napoletano di Gioacchino Muratre di Napoli (e cognato di Napoleone Bonaparte), sconfitto nella battaglia di Tolentino. Esso pose fine al decennio di dominio napoleonico nel regno, regno che l’imperatore Francesco II d’Asburgo-Lorena riconsegnò all’alleato Ferdinando IV di Borbone.

Il 17 maggio 1815, le truppe austriache, entrate in Pontecorvo al comando del gen. Nugent, vi ristabilivano il governo pontificio.

Il 12 giugno dello stesso anno il Cardinale Consalvi poteva annunciare che il Principato di Pontecorvo tornava sotto il dominio della Sanata Sede, in quanto ciò veniva sancito nell’articolo 103 finale del Congresso di Vienna firmato il 9 giugno 1815 dai ministri plenipotenziari delle potenze presenti.

Da “Gli Annali d’Italia dal 1750 –Tomo IV dal 1810 al 1819 di legge:

“Di fatti le grandi Potenze al termine del Congresso di Vienna disposero;

Le Marche con Camerino e le loro dipendenze, come anche il Ducato di Benevento e il Principato di Pontecorvo, essere restituiti alla Santa Sede……

Gli abitanti dei paesi che rientravano sotto il Dominio della Santa Sede in  conseguenza delle disposizioni del Congresso godessero degli effetti (cioè dell’amnistia assoluta) dell’articolo decimo sesto del Trattato di Parigi dei trenta maggio mille ottocento quattordici. Tutti gli acquisti fatti da’ particolari in virtù di un titolo riconosciuto legale dalle leggi attualmente e-sistenti, essere mantenuti; e le disposizioni proprie a garantire il debito pubblico, ed il pagamento delle pensioni, sarebbero determinate da una convenzione particolare tra la Corte di Roma e quella di Vienna”.

Ma nonostante ciò, tanto Pontecorvo quanto Benevento non vennero consegnati dagli Austriaci, che  affermarono che la consegna dei territori sarebbe avvenuta in varie riprese e con regolarità.

Il Cardinale Consalvi protestò vivacemente, dal momento che tale comportamento distruggeva quanto sancito dal Congresso che stabiliva l’evacuazione della truppa e contemporanea consegna dei territori.

Ed ebbe ragione, poichè l’ordine di Vienna fu che il 16 luglio i generali austriaci procedessero “alla consegna semplice e pura” e all’allontanamento della truppa  dai territori occupati.

Così alla fine di luglio da Pontecorvo partivano le truppe austriache e vi entravano quelle pontificie e si ristabiliva così la continuazione del governo e dominio pontificio, con l’incarico ad un governatore provvisorio della città, dominio che durerà fino all’annessione di Pontecorvo al Regno d’Italia nel dicembre del 1860.