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24 Maggio 1944 – 24 Maggio 2021: i Canadesi liberarono Pontecorvo

Sono trascorsi 77 anni da quel 24 maggio del 1944, giorno in cui i soldati canadesi della 1^ Divisione di fanteria e della 5^ Divisione corazzata, dopo aver attaccato su una larghezza di fronte di due chilometri tra Pontecorvo –riva sinistra del Liri – e Aquino, sfondarono la linea Hitler-Senger ed entrarono in  Pontecorvo.

’ingresso delle truppe alleate in città è testimoniato nel“Registro delle risoluzioni capitolari Capitolari aa 1885 ad oggi”, conservato nell’archivio della Basilica Concattedrale di San

Bartolomeo.

Infatti a pag.479 sono apposte la data, 24 maggio 1944, e le firme dei comandanti delle forze  alleate entrate in città ed è riportata la seguente annotazione:

“ I comandanti delle Truppe alleate, nell’ingresso a Pontecorvo e precisamente dopo la  battaglia effettuata tra gli alleati dal campanile della Cattedrale e i tedeschi dal palazzo baronale, ritrovando tra le macerie questo libro vollero mettervi le firme”

 Anche sul cannone, di fabbricazione canadese, conosciuto come un 25 pounder (105 Howitzer) restaurato a cura dell’Associazione Canada Company in persona del Presidente Steve Gregory in occasione del rifacimento  del Monumento ai Caduti in P.zza IV Novembre, inaugurato con una cerimonia ufficiale il 16 maggio nel 2015,è stata apposta la targa che così recita “ Il 24 maggio 1944, la 1^ Divisione di fanteria canadese e la 5^ Divisione corazzata canadese sfondarono la linea Hitler a Pontecorvo. Questo cannone del Royal Canadian Artillery rende onore alla memoria di chi ha combattuto ed è morto per la libertà e la pace  in Italia. Per non dimenticare .Ubique”

Il giornale IL RISORGIMENTO del 23 maggio 1944 così descriveva, tra l’altro, le operazioni belliche nella valle del Liri: “…….Pontecorvo, cardine meridionale delle difese permanenti tedesche attraverso la valle del Liri, è egualmente minacciata. Truppe della quinta armata hanno già raggiunto i suoi meridionali. Forze canadesi hanno già sfondato in due punti accessi formidabili reticolati di filo spinato alti 5 metri e profondi 7, che formano il fronte orientale della linea tedesca di fortificazioni. Le truppe canadesi sono penetrate profondamente nelle linee nemiche a quota 106 vicino a Pontecorvo…”

Le eroiche gesta dei Soldati Canadesi  sono ricordate nella lapide marmorea realizzata a loro memoria e ricordo, collocata all’ingresso del ponte della Concattedrale di S. Bartolomeo.

La sofferenza per i Pontecorvesi era finita, ma Pontecorvo non era più la stessa.

Le case, le chiese, i palazzi erano solo scheletri cadenti e mucchi di pietre che spesso coprivano i corpi dei soldati che avevano combattuto.

Tra le rovine degli edifici c’erano ancora le carcasse dei carri armati tedeschi che le avevano usate come nascondiglio e che erano stati distrutti durante i combattimenti.

I bombardamenti avevano lasciato il segno nella popolazione che era fuggita, trovando rifugio nelle campagne in ricoveri spesso di fortuna e molti abitanti però, loro malgrado, furono strappati alla loro terra e vissero la condizione di sfollati in paesi dell’Italia del nord fino ad allora ad essi sconosciuti.

E lo dimostra il gemellaggio sottoscritto con il Comune di Pieve D’Olmi, in provincia di Cremona, che accolse e ospitò fino alla fine della guerra molte famiglie pontecorvesi.

Non appena si seppe dell’arrivo degli Alleati, cominciò un mesto rientro, alla ricerca di quello che era rimasto dei propri affetti familiari, anche se sette mesi di calvario tra bombardamenti e cannoneggiamenti avevano fatto perdere ogni speranza di ritrovare ciò che in fretta si era dovuto lasciare.

Eppure la vita ricominciò e il tempo mitigò il ricordo di una tragedia, iniziata quel mattino del 1 novembre del 1943, che ha segnato per sempre la storia di Pontecorvo.

Ricordare anche quest’anno il 24 maggio, come avviene ormai da diversi anni, è giusto e significa ricordare  le gesta eroiche dei giovani canadesi che, venendo da un paese lontano, sacrificarono la propria vita per la libertà e riportare alla memoria episodi che hanno fatto la storia della Città e anche se circondati da tristezza, non possono essere dimenticati, anzi devono essere additati alle generazioni di oggi e a quelle future come monito affinché esperienze belliche così nefaste non abbiano più a ripetersi.