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TUTTI AL MARE

di Luigi Sparagna

Si sa, il mare è un momento irrinunciabile per gli Italiani, tanto che anche in tempo di Lockdown, all’inizio della Pandemia, quando il rigore nel consentire forme anche minime di assembramento non defletteva innanzi a nulla, la stagione estiva è stata garantita dal Governo, nella consapevolezza che si poteva chiedere di tutto alle persone, dalla rinuncia alla Pasquetta, al Panettone in famiglia, all’apericena oramai diventato rituale per tutte le fasce d’età, ma una cosa non si poteva togliere e questa era la vacanza al mare. Ombrelloni a distanza, mascherine indossate anche a 30 gradi all’ombra, ma se si voleva evitare la disobbedienza civile era necessario garantire a tutti un tuffo nel mare blu (?) della nostra penisola. Ovvio che anche gli interessi dei titolari degli stabilimenti era in gioco, più di quelli delle discoteche e ristoranti, comprensibilmente se si pensa che lavorano quattro mesi all’anno. Ora però, nel quadro delleiniziative previste dal PNRR che l’Europa ha approvato per erogare i fondi necessari alla sua attuazione, rientra anche una revisione del sistema di assegnazione delle concessioni, che il Governo immagina di attuare attraverso “gara”.  Non è ancora chiaro il quadro normativo di riferimento per questo nuovo appalto ed è già polemica e timore manifestato dai titolari degli stabilimenti. Da un lato si leva il dito di chi vede in questa novità un meccanismo di calmiere per i prezzi praticati nell’affitto di ombrellone e sdraio, ritenuto esoso tanto da assicurare con soli quattro mesi un lauto guadagno per tutto l’anno, dall’altro i titolari dei “bagni” (come li chiama Panariello) temono di perdere la concessione, ben pagata al comune, di cui sono titolari da decenni. Molti chalet, passati di mano in mano da padre in figlio e nipote, inaugurati da vacanzieri genitori hanno visto crescere i loro figli e i figli dei figli, sempre, di anno in anno, sotto il solito ombrellone, col solito vicino accanto. Va da sé che ci si preoccupa un poco, e da entrambe le parti. Il guadagno di un titolare di stabilimento? Dipende dal taglio che si vuole assicurare a questa piccola impresa. Come in tutte le cose, se il prezzo non è proprio popolare, la clientela è leggermente più selezionata. Ad ognuno scegliere il prezzo da pagare per ottenere una qualità soddisfacente alle sue aspettative di vacanza. Ma ben oltre questa semplice e certamente non importante osservazione, non può passare inosservato il fatto che, costi e guadagni a parte, la spesa per la realizzazione dello stabilimento grava sul titolare della concessione che stagione dopo stagione, per anni e anni, monta e smonta le sue strutture accuratamente manutenzionate e stivate in depositi per l’inverno. Pure questo ha un costo che non siamo abituati a considerare. Per non parlare degli stabilimenti in muratura, che funzionano anche in inverno come ristorante, e che non si possono smontare. Viene da chiedersi come si potranno conciliare gare d’appalto per le concessioni di questi spazi? Voglio però spingermi oltre. In ogni paese di mare gli stabilimenti, i destinatari delle concessioni, sono quasi totalmente famiglie locali, quindi conosciute, e che garantiscono perciò l’amministrazione civica sotto il profilo della serietà e affidabilità commerciale. L’apertura incondizionata alla partecipazione alle gare d’appalto potrebbe, potenzialmente, favorire la comparsa sulla scena di elementi non autoctoni, sconosciuti, capaci di impegnare nel business capitali importanti bisognosi di “lavaggio” e magari seriamente intenzionati a farlo. Si tratta di personaggi che rivendicheranno il diritto adessere invitati a partecipare alle gare d’appalto e vedere accettate le loro domande in tal senso. Occorrerà anche per queste attività prevedere i controlli antimafia delle Prefetture? E’ già successo nell’edilizia. Ecco, lo scenario mi sembra piuttosto ricco di elementi meritevoli di una disciplina seria e responsabile, che non dimentichi la serietà di questa categoria mostrata nell’estate della prima ora della Pandemia, quando si girava per le spiagge a controllare col centimetro la distanza degli ombrelloni e tutte le predisposizioni sanitarie prescritte,oramai acquisite a fattor comune. Personalmente mi auguro di trovare il mio gestore di fiducia, il mio bagnino di fiducia, il mio solito vicino d’ombrellone.