culturasecondo piano

BOTTA E RISPOSTA

di Luigi Sparagna

Ad un anno dall’inizio del conflitto Russo – Ucraino, America e Russia, che sembrano essere, e forse sono le vere “parti opposte” di una guerra che si svolge in danno della popolazione Ucraina, si affrontano, botta e risposta, non solo e non tanto a colpi di cannone ma con evidenti schermaglie diplomatiche. Biden si reca a sorpresa (come se ciò fosse realmente credibile) in visita al Presidente Ucraino, e Putin risponde (ma senza sorpresa) ricevendo il responsabile diplomatico Cinese. Si palesano così in corso d’opera i rispettivi schieramenti, si calano gli assi che essendo ripartiti da una parte e dall’altra, non consentirà a nessuno di fare poker. E’ ovvio che è una mia personalissima interpretazione. Dall’inizio questa “operazione speciale”, che in realtà è una guerra vera e propria, si svolge superando gli schemi tradizionali dell’arte della guerra come fino ad ora conosciuti, per aprire scenari che potremmo definire due punto zero. Nulla di nuovo nella condotta tattica delle operazioni, ma tutto in divenire per quanto attiene ai metodi e alle strategie internazionali di sviluppo degli opposti interessi in gioco. Sul campo di battaglia si confrontano Russi e Ucraini, ma pur in assenza di formali dichiarazioni di guerra quali alleati, questi agiscono come dietro le quinte di un teatro, con sostegni di ogni genere che sfugge alle analisi operative di settore che i servizi intelligence sono abituati a fare, e finisce per alimentare il conflitto fino a quando non pare sia possibile prevedere. Sembrava che la Russia avesse l’intenzione di condurre una guerra lampo, eppure ad un anno dall’inizio delle ostilità siamo ancora al punto di partenza. Mi rifiuto di credere che Putin non avesse a disposizione fin dai primi giorni il potenziale di armamenti che tutti gli riconoscono e che gli avrebbe consentito di chiudere la partita veramente in pochissimi giorni. E’ sempre lì, a vigilare e mantenere fermo il suo contatto sulle terre che ogni giorno perde per due metri e riconquista per altrettanti due. Putin è in posizione, è in guardia, solo lui e certamente Biden sanno interpretare quello che si stanno dicendo, in virtù dei reciproci interessi economici evidentemente alla base delle cannonate, comunicando tra loro, tra una botta e relativa risposta con un  bodybuilding ancora lungi dal poter sperare che si giunga a farla finita, almeno fino a quanto i conti delle rispettive riserve economiche e quelli degli investimenti e interessi dei registi di tutto ciò non troveranno un punto di equilibrio che noi comune gente scopriremo solo a cose fatte.