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IL GIORNO DELLA MEMORIA

Il 27 gennaio è il giorno della memoria, in cui si ricorda la tragedia dell’olocausto che ha sterminato gli Ebrei nei campi di concentramento tedeschi dove la scellerata politica del criminale Hitler gli aveva confinati, e mano a mano gli uccideva nelle camere a gas che ancora oggi, quando in quei luoghi si recano in visita studenti, vengono esibite come i luoghi dell’orrore. Povera gente uccisa nel più atroce dei modi, cioè mediante soffocamento. Purtroppo, mentre tutto questo avviene, nella democraticissima America, che si erge a paladina delle libertà, in difesa dei diritti degli uomini, viene data esecuzione a una sentenza di condanna a morte, fallita con l’iniezione letale e pertanto portata a termine con gas letale somministrato al condannato, facendolo morire per soffocamento. La differenza è il luogo, il tempo di quasi ottanta anni in cui sosteniamo esserci stato il progresso, la differenza ancora è che in America si è data esecuzione ad una sentenza, al termine di un processo, che nella Germania nazista non è stato necessario celebrare, avendo direttamente emesso la sentenza. Mi rifiuto di accettare che in uno stato come l’America, ancora oggi, sia prevista la pena di morte. Mi fa semplicemente ribrezzo sentire che la pena di morte deve essere eseguita con un metodo non crudele e che non sottoponga a sofferenza il condannato, perciò prima dell’iniezione letale gli si inietta un anestetico. E’ semplicemente un atto contro natura, riprovevole, una barbarie.  Ma nessuna voce sembra levarsi per ricordare all’America che i paladini dei diritti civili e della democrazia non possono condividere la Storia con i responsabili del genocidio. Il 27 settembre è il giorno della memoria, e siccome la sentenza di morte è stata eseguita il 26 settembre, forse questo giorno potrebbe essere una nuova data e un nuovo modo di celebrare il ricordo delle cose che umiliano il genere umano.