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Una Mano che Protegge, un Cuore che Ispira,Maria Veronica Rossi, il Volto dell’Eccellenza 2025

Ci sono giornate che non si dimenticano, e poi ci sono giornate che restano scritte nella memoria collettiva perché parlano il linguaggio più potente di tutti: quello della verità, della compassione, dell’impegno. Oggi, nelle maestose sale di Palazzo Falletti, nel cuore vibrante di Roma, si è celebrata non solo una premiazione, ma un tributo all’essenza più nobile dell’essere umano: l’amore per gli altri.

A ricevere il Premio all’Eccellenza e all’Innovazione 2025 è stata Maria Veronica Rossi: figura luminosa nel panorama politico e sociale, già Europarlamentare, instancabile custode dei diritti delle donne, voce limpida e autorevole in difesa dei fragili, degli invisibili, degli ultimi. Ma definirla solo così sarebbe riduttivo. Perché ciò che Maria Veronica Rossi rappresenta va oltre le cariche, oltre i titoli, oltre le onorificenze.

Maria Veronica è una presenza. Una forza silenziosa ma inarrestabile, che si insinua nelle crepe del dolore per riempirle di cura. È la prova che il cambiamento, quello vero, nasce dal coraggio di farsi carico delle ferite altrui, di ascoltarle, di accoglierle.

Il suo progetto, La mano che protegge, è molto più di un’iniziativa. È un gesto che diventa simbolo, un segno che si fa linguaggio universale. Una mano aperta, non per indicare, ma per abbracciare. Non per fermare, ma per salvare. Quel gesto ha dato speranza a migliaia di donne, ha fatto da scudo a chi fuggiva dalla violenza, ha acceso luci dove da anni c’era solo buio.

Come testimonial di Telefono Rosa, storica associazione italiana nella lotta contro la violenza di genere, Maria Veronica ha saputo farsi strumento e messaggera. Ha varcato le soglie delle istituzioni con la stessa grazia con cui ha attraversato quelle delle case rifugio. Ha portato la voce delle vittime nei palazzi del potere, ma ha scelto di parlare anche là dove il potere tace: nei silenzi di una donna ferita, negli occhi di una madre che non riesce più a proteggere, nei respiri spezzati di chi ha perso fiducia nel domani.

Nel corso della cerimonia, gli applausi non erano solo suono, ma battiti di cuore. Ognuno di essi era un grazie sussurrato, un ricordo condiviso, una promessa mantenuta. Perché quando una persona come Maria Veronica viene celebrata, non si premia solo ciò che ha fatto. Si rende omaggio a ciò che ha donato: un esempio, un percorso, una possibilità.

Questo premio è un abbraccio collettivo. È la conferma che l’eccellenza non sta solo nei risultati, ma nella capacità di restare umani, anche quando costa. L’innovazione più profonda non nasce nei laboratori, ma nelle mani che accarezzano, nelle parole che sollevano, negli sguardi che scelgono di non dimenticare.

Maria Veronica Rossi non ha solo costruito ponti. Ha ricucito anime. Non ha solo proposto soluzioni. Ha guarito ferite. E mentre il suo nome risuonava tra le volte antiche del palazzo, sembrava che tutte quelle voci messe a tacere nel tempo potessero finalmente trovare spazio, vita, dignità.

Oggi non abbiamo solo assistito a una premiazione. Abbiamo assistito alla celebrazione del coraggio. Alla vittoria dell’umanità. Alla bellezza di una donna che ha scelto di essere mano, e non pugno. Faro, e non riflettore. Rifugio, e non trono.

Che questo riconoscimento possa essere solo un nuovo inizio, perché dove c’è una mano che protegge, lì fiorisce il futuro.