La musica come rifugio, la console come casa, DJ Symon Della Rosa si racconta
C’è chi mette musica e chi vive la musica.
Tra le luci, i sorrisi e il battito dei bassi che fanno vibrare l’aria, c’è DJ Symon Della Rosa, un giovane artista che dietro la console non cerca solo il ritmo perfetto, ma la connessione con chi lo ascolta.
Abbiamo fatto due chiacchiere con lui per scoprire cosa significa davvero essere DJ oggi — e cosa succede dentro e fuori quando la musica prende il controllo.
Quando hai capito che la musica sarebbe stata molto più di una semplice passione per te?
Ho capito che la musica era importante per me quando mi sono reso conto che mi faceva stare bene con me stesso. Era — ed è ancora oggi — il mio posto sicuro, uno spazio dove riesco a ritrovare equilibrio e libertà. La musica riesce a far star bene me e chi mi ascolta, e lì ho capito che era qualcosa di più di una semplice passione.
Ricordi la prima volta che hai messo le mani su una console? Che emozione hai provato?
Certo. Avevo 14 o 15 anni, una piccola console tra le mani, praticamente un giocattolo. Ma per me era come avere il mondo davanti. Mi divertivo a passare da una canzone all’altra, senza nessuna regola, solo per il gusto di creare qualcosa di mio. È stato lì che ho sentito nascere la scintilla.
Cosa significa per te essere DJ? È solo far ballare la gente o raccontare qualcosa attraverso i suoni?
Essere DJ non significa solo mettere musica — altrimenti lo potrebbero fare tutti.
Per me significa trasmettere emozioni, condividere la mia vibes con chi mi ascolta. Devi riuscire a far sentire qualcosa alle persone, a farle entrare nel tuo mondo anche solo per pochi minuti. Quando suono, cerco sempre di far arrivare la mia energia.
Se dovessi descrivere la sensazione che provi quando sei in console davanti alla folla, quale parola useresti?
Libertà.
Quando sono davanti alla console non penso a nulla. Non esistono problemi o pensieri, solo la musica, io e la gente. Mi diverto e cerco di far divertire gli altri. È il mio momento di totale libertà.
Cosa provi quando vedi le persone lasciarsi andare alla tua musica?
È una sensazione unica, difficile da spiegare. Quando vedo la gente ballare, cantare o semplicemente lasciarsi trasportare, mi sento pienamente soddisfatto. È come se tutto avesse un senso. Quella connessione è il motivo per cui lo faccio.
C’è stato un set o una serata che non dimenticherai mai?
Sì, sicuramente La Festa delle Maschere a Pontecorvo, nel mio paese.
Era la prima vera festa in cui suonavo, e io ero il più giovane. Ricordo l’ansia, la paura, il cuore che batteva a mille. All’inizio non riuscivo neanche a guardare la pista, poi ho alzato lo sguardo e ho visto tutti ballare. In quel momento ho capito che stava succedendo qualcosa di grande. Ho sorriso, e da lì è stato puro divertimento. È stata la mia prima vera emozione da DJ.
Quanto c’è di tecnica e quanto di cuore nel creare una playlist che faccia vibrare la pista?
Ti confesso una cosa: non faccio playlist.
Mi piace improvvisare, vivere la musica nel momento. Ci sono pochissime canzoni programmate in una serata. Mi affido al cuore, a quello che sento. Se una traccia mi piace, la suono. Solo musica, niente pensieri.
Da dove prendi ispirazione per i tuoi set? Ci sono artisti o generi che hanno influenzato il tuo stile?
Ascolto tantissimi generi diversi, ma quello che mi fa impazzire è l’Afro House, è quello che suono di più.
Mi ispiro a tanti DJ, non per copiarli, ma per imparare sempre qualcosa di nuovo. Seguo artisti con stili completamente diversi proprio per questo. A livello locale, PJ D’Arpino e Dear sono stati fondamentali per me: da loro ho imparato tantissimo.
Se potessi suonare ovunque, in qualsiasi parte del mondo, dove sarebbe il tuo palco ideale?
Penso che il mio palco ideale sarebbe sul mare.
Lì l’atmosfera si mescola perfettamente con l’Afro House, le persone si lasciano andare e tutto diventa più naturale. Amo quando si crea quella vibrazione giusta, dove la musica e il paesaggio si fondono in un’unica energia.
Qual è il tuo sogno più grande come DJ e qual è il prossimo traguardo che vuoi raggiungere?
Il mio sogno è vivere di musica, viaggiare, conoscere persone e culture diverse, e portare la mia energia ovunque.
Vorrei vivere quella libertà che solo la musica riesce a darmi.
Tra i miei prossimi traguardi ce ne sono tanti, ma uno in particolare: avere un giorno un palco tutto mio, con una folla lì davanti pronta ad ascoltarmi. Schiacciare play e lasciare che a parlare sia solo la musica.
Dietro ogni battito c’è un sogno, dietro ogni traccia una storia da raccontare.
DJ Symon Della Rosa non è solo un nome dietro la console, ma un ragazzo che ha scelto di vivere la musica come libertà, come linguaggio universale capace di unire le persone.
Ogni set è un viaggio fatto di emozioni, improvvisazioni e connessioni reali — perché per lui non esiste perfezione senza cuore.
E forse è proprio questo il segreto del suo successo: non suonare per farsi ascoltare, ma per far sentire qualcosa a chi c’è dall’altra parte.




