Pontecorvo, la minoranza all’attacco sulla nomina degli scrutatori per il referendum: “La trasparenza è un dovere verso i cittadini”
PONTECORVO (FR) – I consiglieri comunali di minoranza Giuliano Di Prete, Angela Tribini, Annalisa Paliotta, Nadia Belli e Riccardo Roscia lanciano un appello alla cittadinanza e al Prefetto di Frosinone, S.E. Ernesto Liguori, per segnalare le modalità di nomina degli scrutatori per il prossimo referendum.
«Difendere la legalità e la trasparenza è un dovere verso la nostra comunità» – affermano in una nota congiunta. Secondo i consiglieri, la scelta degli scrutatori sarebbe avvenuta unilateralmente da parte del Sindaco e della maggioranza, che avrebbero comunicato preventivamente la lista attraverso messaggi WhatsApp, escludendo di fatto ogni possibilità di confronto con le opposizioni.
Un comportamento, secondo la minoranza, in aperta violazione della normativa vigente e delle corrette procedure democratiche: «Non si tratta solo di una formalità – spiegano – ma del rispetto dovuto alle istituzioni, ai ruoli, e soprattutto ai cittadini che rappresentiamo. Le regole non sono orpelli da aggirare, ma garanzie di equità e partecipazione».
I consiglieri, pur respingendo ogni polemica sterile, hanno scelto di non rimanere in silenzio e hanno presentato una formale segnalazione al Prefetto, chiedendo un intervento a tutela della regolarità amministrativa e del corretto funzionamento della Commissione Elettorale.
“Non è una questione di quote, ma di principi”
Il gruppo di minoranza chiarisce che la propria richiesta non nasce da rivendicazioni numeriche o spartitorie, ma da un principio più ampio: la difesa della democrazia partecipata. «In questi anni abbiamo sempre cercato un confronto costruttivo, evitando le polemiche social e gli attacchi personali. Ma davanti a comportamenti che escludono deliberatamente una parte del Consiglio, è nostro dovere reagire».
Infine, un messaggio ai cittadini di Pontecorvo:
«Continueremo a lavorare con serietà, responsabilità e rispetto per le istituzioni. Anche quando ci costa. Anche quando veniamo attaccati. Perché crediamo in una politica che ascolta, include e serve davvero la comunità».