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#Appuntamentoconlastoria# – Il Balcone della Valle del Liri e i 15 anni di attività del Museo di Pontecorvo

di Umberto Grossi 

Fare memoria significa richiamare dal passato parole, immagini, fatti, a volte tristi a volte gioiosi, che, per la loro forza e pregnanza, sono capaci di riproporsi ed imporsi al nostro tempo e alla nostra esperienza quotidiana

Una società che non porta con sé il bagaglio del passato, anche se a volte inquietante,ingombrante, eroico o ammonitore, rischia di essere un a società che potrebbe perdere la propria identità indebolendo le radici storico-culturali su cui fonda il proprio presente.

Per citare le parole dell’ex Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, Un popolo senza memoria è un popolo senza futuro”.

Questa è la frase che il visitatore si trova dinanzi quando fa il suo ingresso  nel locali dell’ex Colonia Clementina Bergamaschi, sul monte Leuci, il balcone sulla valle del Liri, ora sede del “Museo delle Battaglie”.

E’ per non dimenticare le vicende che videro Pontecorvo subire la furia della guerra, che 15 anni fa, nei locali ristrutturati della ex colonia, venne creato il museo, nato da un’idea del prof. Mario Canciani e del sottoscritto, accolta con entusiasmo dal compianto Paolo Trillò, all’epoca Assessore comunale ai LL.PP., che ebbe la perspicacia di ristrutturare l’edificio sito sul monte Leuci, attraverso l’ottenimento di un finanziamento regionale.

Da allora sono trascorsi 15 anni, nei quali il patrimonio museale si è andato sempre più arricchendo di reperti, foto, giornali d’epoca, che sono il fondamento della memoria storica degli anni di guerra vissuti dai Pontecorvesi e dagli abitanti dei paesi viciniori.

In questi anni il museo è stato oggetto di visite da parte di autorità civili, ma soprattutto militari italiane, e anche di nazionalità estere, che hanno potuto verificare come la posizione del monte era strategica durante il conflitto mondiale, attesa la sua posizione centrale nella valle del Liri, che permetteva di avere una visuale a 360°.

Non sono mancate iniziative per le scolaresche, appunto per far conoscere alle giovani generazioni le atrocità della guerra e come non si debba mai dimenticare quello che accadde allora e per questo il motto del museo è “…per non dimenticare” e da qualche anno è nata l’iniziativa del “giardino degli ulivi della pace”, che vede la piantumazione di ulivi il 24 maggio di ogni anno, nella ricorrenza dell’ingresso delle truppe canadesi in Pontecorvo, che decretò il passaggio del fronte e quindi fu l’inizio della nuova vita per i Pontecorvesi.

Sono però le testimonianze e i racconti di coloro che sono sopravvissuti alla furia della guerra, a farci capire che essa spinge a un drammatico confronto con il proprio io di uomo a una realtà esterna ostile e minacciosa.

Per questo sono nati i “Quaderni”che  sono il contenitore delle memorie della guerra, dalle quali essa appare come qualcosa di assoluto e ineluttabile, è il male che colpiva l’esistenza dell’uomo, a livello individuale e collettivo, che fanno apparire quel periodo storico ancora assurdo e grazie alle testimonianze e ai racconti, ci consentono di conoscere e giudicare quegli avvenimenti. Inizieremo così a pubblicare di volta in volta le testimonianze e i racconti contenuti nei Quaderni finora pubblicati, “per non dimenticare”.