Politica

I numeri e la dura realtà della Provincia di Frosinone

di Umberto Zimarri

I numeri hanno la testa dura: non ascoltano i grandi annunci, i programmi scritti sempre e solo sulla carta, gli innumerevoli proclami, i favori a Tizio e a Caio, i concorsi per gli amici degli amici, il posto di lavoro come baratto elettorale, gli enti intermedi gestiti esclusivamente come un mezzo per esercitare il potere.  Quando qualcuno si prende la briga di misurarti oggettivamente e ne vien fuori un quadro tra il pietoso e il fallimentare, si dovrebbe prendere atto che così non può più andare e che la classe dirigente che da decenni tiene ingabbiata questa Provincia ha fallito. Punto e a capo. Il rapporto redatto da Italia Oggi e l’Università la Sapienza è un dritto allo stomaco che non ammette repliche: la Provincia di Frosinone è al novantaseiesimo posto per qualità della vita. Nell’ultimo anno ha perso tredici posizioni. Nel 2015 eravamo 72 esimi. Siamo la peggior provincia del Centro Italia.

Questi numeri ci fanno male, fanno male a tutti quelli come noi che non sono solamente abitanti della Provincia di Frosinone, ma sono principalmente innamorati di questa porzione d’Italia. Non possiamo rimuovere la realtà, anche se guardiamo i nostri paesi con la soggettiva irrazionalità di chi è ammirato ed estasiato dalle ricchezze storiche, naturalistiche e culturali dei 91 comuni della Provincia di Frosinone.

I numeri ci prendono a schiaffi descrivendo un mondo fatto di Paesi ancora non coperti da una connessione internet decente, di ospedali affollati come il fiume Gange nel Kumbh Mela, il più grande raduno religioso al mondo, di fenomeni di inquinamento presenti continuamente da Anagni a San Vittore, dell’assenza completa di un’idea di sviluppo complessiva per il territorio, della completa indifferenza nei confronti dei giovani che anno dopo anno, giorno dopo giorno, sempre in maniera maggiore, si allontanano da questa Provincia e a cui nessuno si degna di dare una risposta.

Ora possiamo far finta di nulla: un’altra pagina che si aggiungerà alle tante altre del passato. Passerà anche questa. I Cittadini e gli elettori dimenticheranno. E domani partirà un’altra giostra, la solita.

Oppure no: oppure da abitanti, da donne e uomini, da ragazze e ragazzi di questa Provincia dobbiamo iniziare a pretendere un nuovo modo di approcciarsi alle cose. Basta con il “si è sempre fatto così”, basta con “il tirare a campare” dai piccoli comuni alle grandi città, basta con il far passare i diritti dei cittadini come grandi favori, basta, per favore, basta con questa approssimazione. Basta con una mentalità rivolta solo ed esclusivamente al passato e se proprio tutto va bene allo strettissimo presente e che dimentica qualsiasi prospettiva di futuro. Basta con un ceto politico che pensa solo e soltanto alla sua preservazione, basta con il ricevere aiuto e sostegno dalle lobby che ci avvelenano.

E’ la stessa classifica che ci dice da dove partire per ribaltare lo status quo: lotta all’inquinamento, miglioramento dei servizi e del welfare, creazione di un offerta culturale degna di questo nome e lotta alla disoccupazione. Ci difendiamo, dignitosamente, per quanto riguarda l’ordine pubblico. C’è poco da aggiungere: costruire il futuro o dei dormitori scomodi via via sempre più piccoli. A tutti noi la scelta.

Consigliere Comunale San Giovanni Incarico.

Ufficio di Presidenza, Green Italia