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L’ITALIA SIAMO NOI (atto sesto)

di Luigi Sparagna

Monotonia in questi commenti che da oltre un mese si ripetono con cadenza settimanale? E’ questo il tema in discussione, tutto il resto è crollato, congelato, dalla criminalità alla politica, dal sociale allo sport, alle competizioni elettorali ecc. Tutto fermo. Questo epocale momento della nostra vita, la diffusione epidemica del Coronavirus, assorbe tutte le nostre energie e le nostre attenzioni. Non si fanno progetti, si resiste e basta, a tutti i livelli. Se non è credibile la tesi del premio Nobel per la medicina, Luc Montagnier, che sostiene la manipolazione in laboratorio, sconfessato temerariamente dalle autorità sanitarie che tentano di oscurarne sui social i commenti, di questa medaglia consegnataci dalla natura, sono evidenti le due facce. L’aspetto sanitario e quello politico. L’atteggiamento sanitario che si è tradotto nella clausura generalizzata rivela la sua efficacia, stando ai più recenti rilevamenti sulla diffusione dell’epidemia. Ci viene riconosciuto in campo internazionale l’approccio giusto per il contrasto del virus che i sanitari e gli scienziati hanno suggerito al governo. E’ legittimo sperare, seppure con prudenza, che i camici bianchi ci porteranno a vincere la battaglia. Giriamo la medaglia e ci appare la faccia della politica. E’ una pena !  Se vogliamo non vedere bene, ma se anche solo per un momento riflettiamo su quello che succede, è veramente umiliante assistere alla protervia di un fronte, riconducibile alla opposizione senza quartiere al Premier Conte, spalleggiato dal resto di coloro che son seduti sui banchi lasciati liberi dalla maggioranza. Sembra una riedizione della Manzoniana tragedia del “Conte di Carmagnola”, dove il coro chiamato ad annunciare la battaglia canta : “s’ode a destra uno squillo di tromba, a sinistra risponde uno squillo”. Tutti pronti a menar le mani. I Governatori delle regioni del nord, di area Leghista, quello della Lombardia in prima schiera, sono recalcitranti a riconoscere il ruolo centrale del Governo e sono sempre più dominati da indipendentismo istituzionale che rasenta la ribellione incosciente. Vale su tutto la decisione imposta alle RSA di accogliere malati Covid che ha devastato queste strutture, tranne una che si è rifiutata di ubbidire. A Milano in particolare la vicenda del Pio Albergo Trivulzio, già noto per essere stato polo di tangenti che furono all’origine del famoso processo “mani pulite”, conferma la vocazione di questa realtà apparentemente sanitaria e invece realmente politica. Ma il Governatore lombardo si dichiara sereno e distante da qualunque rischio giudiziario. Staremo a vedere. Di fatto, non mancano a corroborare le tendenze autonomiste neppure le decisioni sulla riapertura delle attività, a prescindere da quello che il Governo ritiene di praticare. Altro squillo di tromba proviene dal resto dell’opposizione parlamentare, che rivendicando, a ragione, il ruolo nel formare le decisioni di natura economica per affrontare il dopocoronavirus, alzano il tiro delle richieste con toni troppo accesi, anche loro personalizzando il braccio di ferro con Conte. A fare scempio della missione politica anche il Governo dovrebbe affidarsi a più evidente lucidità. Una APP Immuni, affidata alla volontaria adesione dei singoli, raccoglierà briciole di utilità, e quindi è più inutile che opportuna, rispetto ad altri provvedimenti sicuramente più urgenti. Ci venga risparmiata la bugia di una efficienza di governo con una APP scopiazzata da altri regimi integralisti, mentre abbiamo necessità di caratterizzare i provvedimenti socio – politici – economici del Paese Italia. Non vedo logica e coerenza nella multa salata comminata a chi è uscito di casa, da solo, ma a distanza dal domicilio valutata (?) non consentita, e non pari sanzione viene comminata a chi organizza e partecipa ad un funerale in pompa magna come nel comune campano che ha accompagnato nell’ultimo viaggio il suo sindaco, mentre a Bergamo tornavano i mezzi dell’esercito carichi di urne cinerarie dei deceduti senza conforto dei familiari. Anche i rappresentanti delle forze dell’ordine presenti a quel funerale meritano sanzione economica e disciplinare in aggiunta. Che dire del Prete che dice messa con i fedeli che invita a non pagare multe per disobbedienza civile o per difesa del diritto di professione di fede. Il Papa non conta niente. Una “saraccata”  di Euro ci vorrebbe a quel prete, e il piantonamento della chiesa, per vedere se riusciamo ad essere coerenti. Se poi le multe e i provvedimenti disciplinari sono comminati, che si dica nel corso dei TG, perché altrimenti la credibilità del Governo ne esce minata, e le opposizioni si sfrenano a decantarne l’inefficienza, col risultato che il danno pesa sulle spalle degli Italiani. Adesso è il momento per il Governo di aprirsi ad un confronto seriamente orientato alla condivisione parlamentare degli obiettivi nel segno dell’unità di una classe politica che bene farebbe a rigenerarsi nella mission affidata. Forse, come gli Italiani dai balconi, potrebbero dai loro banchi nelle aule parlamentari, iniziare ogni seduta cantando insieme l’Inno d’Italia, con la mano sul cuore, che notoriamente non sta a sinistra o a destra, dove invece trova posto il portafoglio, ma nel mezzo del petto.

L’Italia siamo noi !