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PROCESSO SI PROCESSO NO

di Luigi Sparagna 

Salvini finalmente è in aula di Tribunale, come richiesto con l’autorizzazione a procedere regolarmente avanzata dalla Magistratura, accolta nonostante il contrario parere della commissione sulle autorizzazioni, ritenendo momento di trasparenza il processo all’ex Ministro per i reati commessi durante il suo mandato Ministeriale. Sul punto si era avuto modo di osservare che i provvedimenti rigidi o rigorosi che dir si voglia adottati da Salvini e oggetto dell’indagine che lo ha coinvolto, altro non erano che la reiterazione di precedenti decisioni corali, controfirmate dagli altri Ministri competenti e dal Capo dello Stato per il caso dei migranti trasportati dalla capitana tedesca Rakete. A titolo di buon senso non è credibile ove si affermi che il Governo non si è accorto di quanto posto in essere da Salvini e ancor meno credibile che non si sia percepito il commesso reato e quindi non si siano adottati i provvedimenti conseguenti. Ma questo è un semplice parere di chi scrive e quindi non fa testo, se non per dialogare con chi legge su Interno 28. Poi però si prende atto che la stessa Procura che ha avviato l’indagine ne ha chiesto l’archiviazione alla prima udienza. E’ lecito osservare che evidentemente l’attività inquisitoria non deve essere stata per nulla complessa e de visu Salvini non sembrerebbe essere il criminale sbandierato fuori dalle aule di giustizia. Punto di sorpresa è l’intervento del GUP che ha richiesto un supplemento di accertamenti che coinvolgono altri Ministri dell’epoca. Forse che al Gup non sfugge l’osservazione già innanzi proposta circa l’impossibilità che i governanti competenti non abbiano avuto consapevolezza di ciò che Salvini andava commettendo. Sarà curioso vedere dove si arriverà. Ancora una volta, però, la Magistratura sembra non essere del tutto uscita dal pantano di criticità che negli ultimi tempi ha penalizzato la credibilità della categoria.