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La Lettura – Giorgio Caproni: Tutte le Poesie

 Fabrizio De André cantava: “i poeti, che strane creature/ ogni volta che parlano è una truffa”. Sulla stranezza, come non concordare con il mitico cantautore genovese: il poeta è un essere che rifugge da qualsiasi tipo di classificazione, inquadramento, in bilico com’è tra il mondo reale e quello difficilmente penetrabile del suo sentire. Ma non ritengo che il parlare dei poeti sia un mero esercizio stilistico, volto a raggirare il prossimo; o, almeno, ciò non vale per buona parte di essi. Ecco, se c’è qualcuno che ha peccato, al contrario, di eccessiva sincerità, scagliando le parole sul foglio come fossero “sassate”, dirette a scuotere il lettore dal torpore delle proprie illusioni, questi è proprio Giorgio Caproni, uno dei più grandi poeti italiani del Novecento. Definito da Carlo Bo “il poeta del sole, della luce e del mare”, Caproni è soprattutto il poeta del viaggio: un viaggio allegorico, alla scoperta della vita, della morte e del nucleo originario del mondo, sino al congedo da esso nel segno di quella “calma disperazione” che coglie il viaggiatore cerimonioso un attimo prima di scendere alla sua stazione.

“Se non dovessi tornare, sappiate che non sono mai partito. Il mio viaggiare è stato tutto un restare qua, dove non fui mai” (da BIGLIETTO LASCIATO PRIMA DI NON ANDAR VIA).