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COVID 19 IL RITORNO

di Luigi Sparagna

Pensavamo di averla fatta franca all’inizio di questa estate, che pur se condizionata da molte restrizioni, si è svolta tutto sommato con gli Italiani prudentemente al mare o in montagna, senza far registrare conseguenze di contagi. Chi se lo sarebbe aspettato che alla riapertura delle scuole ci toccava ricominciare con i bollettini quotidiani sui contagi, i ricoveri, con l’aggiunta dei tamponi effettuati che immettono un nuovo parametro nell’analisi del fenomeno, suscettibile di interpretazioni non sempre univoche. Ma poi mi domando, se faccio il tampone oggi sono immune dal contagio domani? Allora quale validità ha questo tampone? Serve per statistiche che andranno a far parte delle indagini sanitarie e dei libri di scuola? Il fatto è che ancora una volta l’informazione forse non è del tutto adeguata. Si è sentito parlare di qualche contagio nelle scuole di ciclo inferiore, mentre pare che quelle superiori non ne siano rimaste coinvolte. Non sono stato attento io o non è stato specificato il dato? Ancora meglio se fosse possibile sostenere che gli alunni più grandi sono più attenti a mantenere le mascherine e le distanze. Ma a fronte di questa considerazione sono certo di aver sentito ai TG che la movida ha avuto la sua parte nell’impennata di contagi post vacanze, e allora non si può non osservare che la movida non è roba da ragazzi di quinta elementare. E se cosi è quante scuole si sarebbero dovute chiudere? Il Governo, anzi per meglio dire Conte scaglia ancora un Decreto anticovid, che tutto sommato non aggiunge e non toglie nulla, a mio avviso, al quadro delle restrizioni già in vigore da tempo. Il settore penalizzato è certamente quello del divertimento notturno protratto fino all’alba, “sballo” incluso. Le discoteche per esempio non hanno ragione di operare visto che aprono dalla mezzanotte in poi, in sintonia con la chiusura dei ristoranti. Nemmeno servirebbe prevederne un orario pomeridiano e serale fino alle 24.00, poiché il problema principale è la natura stessa dell’attività che rende impossibile ai frequentatori la distanza di sicurezza. Pace, per un po’ non balleremo, non sballeremo, non faremo l’alba. Ma queste sono cose di dettaglio. Il tema più serio è che il Presidente Conte viene accusato di tagliare fuori il Parlamento, arrogandosi il diritto di emanare in proprio Decreti che della opposizione Parlamentare non hanno alcuna considerazione. Conte decide per tutti e 950 Parlamentari restano al palo, pagati senza far niente. La soluzione migliore? Ognuno la pensi come vuole. Si potrebbe osservare che i 945 Parlamentari previsti in Costituzione oggi sono delegittimati del Referendum che li ha decimati, altri potrebbero gradire un Presidente del Consiglio con più ampi poteri, sulla scia di una forma di Governo che rafforzi il ruolo del singolo, sul modello delle Repubbliche Presidenziali. Di fatto in Italia è dai primi tempi del Covid che Conte va avanti sostenuto dal comitato scientifico e risultati ne abbiamo avuti. Una considerazione sorge spontanea, avrebbe detto una nobile firma del giornalismo, forse noi Italiani ancora una volta anteponiamo noi stessi all’interesse comune, che in questo momento altro non è che la salute. I Sindaci hanno fatto la loro levata di scudi accusando Conte di scaricabarile sulle spalle dei Sindaci. E’ il più classico esempio di fuga dalle responsabilità. Non c’è dubbio che le situazioni locali sono meglio note e devono essere meglio note ai Sindaci che hanno il piede sul territorio e rispondono a responsabilità per legge loro spettanti non solo per farne pubblici proclami. La critica perciò è assolutamente destituita di ogni fondamento. Mi rendo conto che è dura, ma siamo chiamati a resistere ancora, facendo la nostra parte di bravi cittadini, senza per questo cadere in nessuna forma di psicosi, ma prudentemente vivendo la nostra giornata tutelandoci e tutelando chi è in contatto con noi, a maggior ragione per i residenti nella Provincia di Frosinone, che rispetto al primo tempo sta guadagnando la vetta dei contagi nel secondo tempo di questo dramma.