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CROMOSOMA ITALIA

di LUIGI SPARAGNA

In tempo di Pandemia, pur sommersi dal bombardamento mediatico circa l’andamento dei contagi, dei ristori, dei divieti in funzione preventiva della diffusione del virus, per non concedere l’esclusività della ribalta sempre e solo a Covid 19, ho provato a fare una carrellata delle contraddizioni, delle inefficienze, delle criticità che da un anno a questa parte hanno fatto da coronamento alla tematica scientifica nel campo della virologia. L’iniziale apparente motivazione riconducibile alle criticità delle quali per brevità cito solo le mascherine non conformi, le siringhe non adatte, i buoni sconto per monopattini e biciclette di cui mi sfugge il nesso con la Pandemia, farebbe emergere una incapacità dei vari esperti di settore incaricati di coordinare le varie esigenze. Subito appresso, come in un ribollir di pentola, accanto ad ognuna delle dette (e non dette) criticità, è stata appiccicata l’etichetta degli sperperi di denaro immediatamente targati come truffa perpetrata ai danni delle casse pubbliche.

Non c’è stata pietà in occasione del terremoto dell’Aquila, dove un crocchio di imprenditori senza scrupoli se la sghignazzava al pensiero dei soldini che avrebbe spillato per la ricostruzione, perché dovremmo sorprenderci del cinismo nell’epoca del Coronavirus. “ Mors tua vita mea “ è citazione che riassume filosoficamente, ma aimè quasi integralmente uno status mentale insito nella vita stessa.

Allargando il campo di osservazione, estraendo dallo stivale Italia, ecco comparire alcuni fastidiosi sassolini con la scritta :  “truffa dell’ospedale ai danni dell’Inps”,  capolavoro dell’unico regista ad un tempo amministratore sia del truffatore che del truffato sì da rasentare il cannibalismo; caso “Bibbiano”, quello delle false perizie degli assistenti sociali che sottraevano bambini alle famiglie naturali per ricoverarli a suon di abbondante moneta nella struttura denominata “Hansel e Gretel” (nomen omen), che avrebbe curato i piccoli; il celeberrimo “mondo di mezzo” o se preferite “mafia capitale”; gli altrettanti famosi centri e case di accoglienza per migranti, destinatari di una pioggia di centinaia di migliaia di Euro; vicenda Palamara con connessa crisi della Magistratura, che in verità, di tanto in tanto, ancor prima di Palamara, ha visto altre toghe incespicare agli spigoli del porfido di cui è lastricata la strada del pavimento interno del palazzo di giustizia di Roma.

Per non tediare, capovolgo lo stivale e lo svuoto dei molti altri sassolini che contiene, tanto sono tutti uguali a quelli già estratti. Il sondaggio perciò, tolti i sassolini, marcia spedito verso una scoraggiante conclusione, il dolore dei sassetti ha un nome: “CORRUZIONE”. E un denominatore comune, ricchezza, ovvero possesso smodato di denaro, di beni, di potere prodromico alla condizione di benessere economico per sé e per i compagni di merende, altrimenti irraggiungibile se non per via illecita e occulta.

E’ nella storia dell’uomo. Caino e Abele, Romolo e Remo, “o tempora o mores” declamava Cicerone, circa un cinquantennio prima della venuta di Cristo, per deplorare la perfidia e la corruzione di quell’epoca. Insomma l’uomo è preda di sé stesso, la sua avidità non teme la sanzione, mai come in questo nostro tempo sempre più incerta. A volte mite per effetto di strategie leguleie, altre volte affrancata dall’intervento della prescrizione. Il nostro patrimonio genetico è truffa, inghippo, imbroglio, tresca, avidità, bulimia di ricchezze, che i nostri cromosomi ci trasmettono dalla notte dei tempi. E’ il CROMOSOMA ITALIA.