culturasecondo piano

BIS

di Luigi Sparagna 

Incassato il BIS a gran richiesta dei gran spettatori della prima della Scala, Sergio Mattarella ha dovuto accogliere anche il BIS a richiesta dei grandi elettori, incapaci questi ultimi di mettere in piedi un concerto, ed hanno quindi ripiegato sulla ripetizione dello spettacolo dell’ultimo settennato di Presidenza. Sordi al desiderio di un aspirante Emerito che pregustava di poter collaudare la canna da pesca, in pendenza di un contratto d’affitto appena stipulato, ecco che coloro che si definiscono elettori grandi, si sono recati al Quirinale come a Canossa, a disfare i pacchi del trasloco Presidenziale. Magari si saranno giustificati dichiarando che la storia dei nomi di maschietti e femminucce proposti per la candidatura alla massima carica della Repubblica era solo uno scherzo in vista del carnevale, ma per unanime afflato il Mattarella due era nelle corde di tutto il consesso parlamentare. E certo mica potevano dire che in fondo in fondo, ma proprio in fondo, c’era da salvare lo stipendiuccio e la pensione di alcuni, per cui il braccio di ferro che ha bruciato inutilmente varie blasonate personalità, forse è stata solo farsa. Al popolo Italiano, gli elettori non grandi, tutto sommato è andata bene. Rinfoderata la canna da pesca Mattarella ha indicato che al secondo atto, perché non sia tragedia, occorre metter mano ai problemi seri del Paese, nel rispetto della “dignità”, di cui ha spiegato il significato. L’avranno capito? Intanto mentre questo film apriva il sipario all’indice del senso di responsabilità, i giovani studenti, sorpresi dal ritorno alla maturità tradizionale con una prova scritta, un semplice tema, si sono incazzati e sono scesi in piazza affermando che la didattica condizionata dalla pandemia è stata tale da impedirne una preparazione adeguata a sostenere una tale sovrumana prova. Stanno affermando insomma che giunti al quinto anno di scuola, pur con qualche tempo in verità limitato di DAD, non sono in grado di scrivere un tema in italiano, e pretendono l’amnistia culturale perché il loro acceso all’università non ne risulti penalizzato. Caspita! Caspiterina! E allora fermiamo tutti i concorsi dove si deve sostenere una prova scritta di italiano. Niente più arruolamento nelle Forze Armate, niente più concorsi alle Poste, niente più concorsi per operatore ecologico, operatore scolastico (traduco per i maturandi “DADIZZATI” netturbino e bidello), fermiamo tutto in Italia perché non sanno scrivere un tema e vogliono solo essere interrogati. E certo verba volant scriptamanent. E con buona pace di tutti poi potranno, una volta maturati, gettarsi nella mischia a fare i giornalisti, gli avvocati, e tutte le professioni dove scrivere èfondamentale. Ma ci facciano il piacere, direbbe il grande Totò. Affetti da stitichezza sui banchi di scuola, ma grafomani sui social e sui gruppi  whatsApp che a sommare i testi dei messaggi giornalieri verrebbe fuori un volume della Treccani (traduco sempre per i maturandi, Treccani non sono quelli della sezione cinofila della protezione civile ma una prestigiosa enciclopedia Italiana, la più prestigiosa), ciò basterebbe a fare altro che un tema. Il ’68 ha già inferto un duro colpo alla nostra Nazione mettiamoci pure la Pandemia. Per dirla come il Comandante De Falco a Schettino….” Studiate cazzo….e vedete di fare un tema decente sennò passate l’anima dei guai”. Certamente per questa mia affermazione sarò bullizzato, o meglio soggetto a qualche agguato visto che non frequento le aule scolastiche e non posso essere bullizzato (ma quando andavo a scuola a qualcuno che ha provato a bullizzarmiho chiarito le idee senza l’aiuto di progetti, sostegni o pietismi di alcun genere). Tutti devono fare la loro parte, Mattarella come Presidente, i Parlamentari che sono chiamati a risolvere i grandi problemi del Paese e gli studenti, che avendo già compiuto 18 anni non solo votano, ma possono essere eletti e se non sono in grado di fare un tema come faranno a scrivere una interrogazione parlamentare? Qualcuno spieghi loro che una interrogazione parlamentare non è una chiacchierata a voce come quella agognata all’esame di maturità. Per dirla in rima…”è tempo di finirla con gli apericena, piuttosto sui libri a spezzarsi la schiena. Il Paese ha bisogno di tutti. E che mica tocca solo a Mattarella?