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Pontecorvo, il generale Burgio e l’attentato a Nassirya: racconto di un sopravvissuto

Sala Consiliare del Comune piena in ogni ordine di posti in occasione della presentazione del libro su “Nassiriyah” del generale di Corpo D’Armata Carmelo Burgio, Comandante del Reggimento MSU nella base italiana che nel 2003 fu devastata dall’attentato compiuto con una cisterna carica di esplosivo che fece registrare 19 morti di cui 12 Carabinieri.

Il generale Burgio che quel giorno era stato convocato presso la sede del Comando della missione distante 200 km, proprio per formalizzare il suo insediamento, si salvo’ dalla terribile esplosione, ma da quel momento si fece carico, con lucida determinazione, delle responsabilità per conseguire la ricostruzione fisica e morale rispettivamente della base presso un altro sito e del morale degli Uomini a lui affidati. Lucida, concreta, a tratti critica la sua esposizione dei fatti che ha offerto, a chi lo ascoltava, una cronaca che non è appartenuta ai media e all’informazione in generale, piuttosto accomodata a proporre notizie conciliate con i vertici apicali tecnici e politici che in casi simili entrano in gioco. C’erano condizioni di sicurezza probabilmente non ottimali rispetto ad una minaccia peraltro sottovalutata ovvero affrontata con eccessiva indulgenza e fiducia nel proverbiale “stellone” italico. Mai polemico, ma chiaro e preciso il Generale Burgio ha ottenuto applausi a scena aperta tutte le volte che ha dichiarato che in quella circostanza, come è stato sempre suo costume di Comandante, il suo diktat è stato quello di garantire la sicurezza dei suoi uomini che avrebbe voluto riportare sani e salvi a casa, come la sorte gli ha concesso.
Ma l’uditorio ha anche maturato la sensazione che tale onorevole proposito non è stato solo conseguito per il favore degli astri ma principalmente per la professionalità eccezionale del Generale.
Il Sindaco gli ha chiesto cosa prova un tutore della legge quando, come ha fatto Burgio, si arresta un pericoloso latitante come Giuseppe Setola, killer della camorra tra i più sanguinari, se una simile graduatoria è possibile. Burgio, con la semplicità e la concretezza del suo dire, si è limitato a dichiarare che il pericolo pubblico, terrore di tutti era semplicemente “un vigliacco che ha fatto bene di conto evitando di reagire al momento dell’arresto, consapevole che è facile fare i duri con i deboli , ma solo con loro”. Insomma, a 360 gradi tutti, pur convinti del valore indiscusso del Generale Burgio che ha sapientemente offerto la sua anima di combattente orgoglioso non disgiunta da umanità e senso del dovere e del ruolo, ha vissuto l’evento come un momento culturale veramente interessante. Certo, il Generale Sparagna, promotore dell’evento nel quadro delle iniziative della Sezione Pontecorvese dell’Associazione Nazionale Carabinieri di cui è Presidente, ci ha messo del suo calibrando l’intervista a Burgio miscelata con dosaggio di filmati e letture di brani dal libro che hanno segnato il filo conduttore che ha trasformato una esposizione noiosa in una piacevole chiacchierata come si fosse tra amici.
Ancora una volta l’equilibrio della collaborazione tra l’Associazione Nazionale Carabinieri ed il Sindaco Rotondo con la sua Amministrazione ha fatto centro.