culturasecondo piano

L’Italia siamo noi atto terzo

di Luigi Sparagna 

Incrociamo le dita, ma forse stiamo screstando, per meglio dire, stiamo arrivando al pianoro del picco dei contagi, da dove, secondo gli esperti potremmo iniziare a scendere, registrando come si spera una costante diminuzione della diffusione di infettati dal virus. Il rispetto delle rigide norme di comportamento che vede costretti in casa la maggior parte di noi, indisciplinati o incoscienti a parte ma per fortuna pochi, pare proprio stia dando i risultati sperati. Sempre con le dita incrociate, e sbilanciandosi un poco, nel resto del territorio nazionale la pandemia è contenuta abbastanza, sicuramente non si registrano i devastanti focolai del Nord.

Lesson Learned :

n.1; abbiamo medici in gamba e personale sanitario altrettanto valido, capace di sacrificarsi pur di vincere la scommessa con l’orgoglio di una classe professionale chiamata a dimostrare di cosa è capace. C’era bisogno di qualcosa che riportasse a galla il “lavoro di squadra” al pari di una squadra di calcio? Non riesco a immaginare una risposta, di certo questa situazione ha messo in luce, con prepotenza, che le carenze riguardano la capacità di organizzazione delle risorse, non certo quelle umane dei sanitari in genere. E’ una vita che tutti lamentano la mancanza di dotazioni negli ospedali. Adesso la fifa (non la federazione del calcio) si è incuneata negli amministratori sanitari tronfi, ma sol del loro compenso, e li ha spinti nell’emergenza a realizzare presidi adeguati.

n.2 ; abbiamo battuto i cinesi nella costruzione di un ospedale, da loro realizzato in 10 giorni e da noi messo in piedi i sette giorni, a cura degli Alpini, e addirittura in appena 72 ore i supporti logistici dell’Esercito hanno montato un ospedale da campo, con tanto di sale operatorie, che si chiama così perché il campo non è quello delle patate, ma è quello di guerra. Parola forte la guerra? Ma perché quella che stiamo combattendo contro Covid 19 (oramai lo possiamo chiamare confidenzialmente col suo nome di battesimo)  non è una guerra? I militari sono attrezzati per questo tipo di guerra, che in gergo si chiama NBC (nucleare biologico chimica) e l’esperienza nei vari teatri internazionali dove l’Italia e i suoi soldati intervengono (dai tempi del Libano nei primi anni ottanta) adesso è tornata utile. Direi meglio degli Americani, soliti spacconi che attraccano in porto addirittura una nave ospedale. In Italia i porti sono troppo distanti dal focolaio di infezione, e poi nei nostri porti già ci sono le navi da crociera ormeggiate. Per noi la Sanità Militare è più adatta, ed ha tempi di schieramento adatti alla guerra. Ricordiamoci di criticare i militari al pari dei Medici quando tutto questo sarà finito. Scusate ma mi torna in mente un certo Ministro in cerca di casa che voleva usare i militari prevalentemente per raccogliere “monnezza” a Roma.

n.3 ; quando il gioco si fa duro, gli Italiani sono capaci di giocare. Dai primi giorni del mese di marzo veniamo mitridatizzati con ordinanze a crescente grado di tossicità per le nostre abitudini, permeate peraltro di rara complessità interpretativa che ci vorrebbe l’intervento dei padri del diritto, da Antolisei a Carabba, per capire cosa fare e cosa evitare. Non si può sempre richiamare in questi provvedimenti il buon senso e poi pretendere di incasellare alcuni divieti nella casistica dei divieti prescritti. Se poi qualcuno mi spiega la necessità insuperabile di consentire l’attività fisica, la corsetta, intorno al palazzo, rispetto a Zumba, Pilates, per non parlare del nuoto, ne sarei grato. Un povero dio che sa solo nuotare e magari non può correre perché ha il ginocchio valgo o la sciatica si fotte. I maratoneti, passi lunghi e ben distesi, meritano altra considerazione, evidentemente. Buonismo! Almeno gli si imponga la mascherina!

n. 4; l’atteggiamento internazionale apre scenari inimmaginabili solo fino a qualche anno fa. Siamo cresciuti, dal dopoguerra ad oggi, nella cultura dei blocchi contrapposti, noi con la NATO e di contro il Patto di Varsavia, in una parola RUSSIA. World Games a tutto campo, finanche al cinema Rocky Balboa ha battuto Ivan Drago. E adesso?

Come negare riconoscenza ai Russi che ci hanno immediatamente mandato soccorsi in materiale e uomini? I Cinesi non hanno bisogno della nostra riconoscenza, sono già in Italia da tempo, avendo saputo trasformare la loro economia divenendo una delle più potenti realtà capitaliste mondiali, e si sono comperate di tutto e di più nel nostro bel Paese. Ma questo è uno scenario nuovo, occasione preparata con cura tipica del Premier Putin, che chiamarlo Premier gli si fa torto, meglio sarebbe dire ZAR PUTIN (ma nel senso della considerazione e non certo denigratorio). E’ azzardato? Verità a parte su quello che è successo, ma il tanto sbandierato e condannato finanziamento Russo alla Lega, che non mi pare partito di Sinistra, la dice lunga sugli orientamenti della politica sovietica che mai e poi mai avrebbe dato i suoi soldi se non ai Comunisti Italiani, o come si chiamano oggi. E’ uno scenario nuovo, e lo ha capito bene Trump, che dopo qualche tentennamento iniziale, nonostante i guai di casa sua, ha subito innaffiato di dollari l’Italia per aiutarla in questa emergenza. Tutto sommato, se questo si traduce in due rubinetti per l’Italia, col risultato di trasferire la competizione dai campi di battaglia alle Borse d’affari, ben venga, purchè qualche Amministratore/Governante, asintomatico portatore sano del DOC (disturbo ossessivo compulsivo) di cleptomania (che a dispetto delle scienze mediche pare sia infettivo e si diffonda principalmente negli immunoDeficienti) non mandi tutto all’aria.

Tanto sulla Germania non ci possiamo contare più di tanto e noi che siamo corretti continueremo a comperare per il parco auto Statale vetture Tedesche invece di preferire, monopolizzando il mercato Italiano, come era una volta, le auto Italiane.

n.5; la  politica nostrana, meglio direi i politici nostrani, più o meno nazionalisti, hanno rivendicato il loro ruolo di rappresentanti dell’Aula Parlamentare, e in tale veste hanno chiesto al Premier di essere parte delle decisioni da prendere per far fronte all’emergenza. Sono stati ascoltati, ed eccoli subito alla bagarre, alternata da alcune fasi acute caratterizzate da freneticità ad altre di inoperosità (quadro clinico che si riscontra anche negli appena detti asintomatici portatori sani…). Non siamo ancora in grado di valutare l’impatto economico che deriverà da questo periodo e già vorremmo quantificare aiuti e investimenti? Ci confrontiamo con un reddito di cittadinanza valutato 1000 Euro, seppur momentaneamente sospeso, rispetto ad un contributo per Coronavirus a professionisti e famiglie di 600 Euro e con le pensioni minime mai aumentate e che mai aumenteranno perché qualcuno dirà che già percepiscono un importo pari a quello erogato nell’emergenza e ci sono ostacoli costituzionali ad inserire l’aumento in un decreto di natura eccezionale. Problemi di secondo tempo. Adesso siamo ancora concentrati a darci manforte per superare questa guerra per la salute. Poi festeggeremo, innanzitutto noi stessi, perché l’Inno e i canti dal balcone non erano previsti in nessun decreto. E’ tutta opera nostra. Ricordiamocene quando tutto sarà finito, uniti siamo vincenti contro chi è affetto da DOC (disturbi ossessivi compulsivi).  L’Italia siamo Noi.