Un crepuscolo che illumina,Marco Grossi e la rinascita poetica di “Passioni Crepuscolari”
In un tempo in cui la poesia sembra spesso relegata ai margini della frenesia quotidiana, Marco Grossi riporta il verso al centro del sentire umano con la sua nuova raccolta Passioni Crepuscolari, edita da Etabeta. Un titolo che è già un programma: crepuscoli non come fine, ma come soglia luminosa, momento in cui il silenzio svela ciò che il giorno nasconde.
Nato nel 1951 a Caira, frazione di Cassino, Grossi ha avuto una lunga carriera come avvocato civilista, ma è la poesia a rappresentare il filo rosso della sua vita. Dopo un lungo silenzio creativo, l’autore ha ritrovato la sua voce durante il periodo del Covid, riscoprendo l’urgenza della scrittura poetica. Passioni Crepuscolari è la terza tappa di questo ritorno, dopo Seduzioni (2023) e Gabbiani al tramonto (in uscita nel luglio 2024).
Ogni componimento della raccolta è un piccolo affresco lirico in cui la natura, il tempo, il desiderio e il ricordo si intrecciano in versi delicati, ma intensi. Non c’è retorica, solo la sincerità di chi ha vissuto e ora osserva, con occhi lucidi ma mai rassegnati. Grossi si muove tra le influenze di Montale, Baudelaire e D’Annunzio, ma con una voce personale che parla di un “germogliare tenero” e di un “fruscio d’amore”, come leggiamo nella poesia in copertina, Alba di vita.
«Scrivere poesie oggi, nella mia età, non è un atto nostalgico, ma una forma di resistenza all’omologazione dei sentimenti», racconta l’autore. «È un modo per dialogare con il tempo che scorre, per afferrarlo e trasformarlo in parole che restano, anche quando tutto il resto passa».
Questa raccolta è più di un libro: è un invito al lettore a sostare, a sentire, a lasciarsi portare dalla corrente dolce e malinconica delle emozioni che affiorano nei crepuscoli dell’anima. In un mondo che corre, Passioni Crepuscolari ci insegna di nuovo a rallentare, ad ascoltare, a ricordare.