Politica

Pastena – Il 1992 e la linea indelebile con i martiri della legalità

di Arturo Gnesi*

Il 1992 ha due date che difficilmente potranno essere cancellate dalla storia della nostra Repubblica, il 23 maggio  il 19 luglio con le stragi di Capaci e di Via D’Amelio che lasciarono tutti sgomenti e ammutoliti per la loro violenza ed efferatezza.
La mafia non ha conosciuto limiti o rimorsi e  dinanzi ad un pericolo imminente rappresentato dal lavoro investigativo dei giudici Falcone e Borsellino non ha esitato ad usare il tritolo per porre fine ad una reale minaccia per gli affari e il potere della sua organizzazione.
Giovanni Falcone assieme al giudice Francesca Morvillo e agli uomini della scorta fu ucciso mentre percorreva il tratto autostradale che unisce l’aeroporto alla città di Palermo.
Paolo Borsellino fu dilaniato, assieme alla sua scorta, dall’esplosione di una 126 imbottita di tritolo mentre si accingeva a far visita alla sua anziana madre.
La mafia ha cinicamente brindato per aver ottenuto questi “brillanti risultati” e lo hanno fatto sia i boss in libertà che quelli rinchiusi nel carcere dell’Ucciardone.
Dove sia  e cosa sia la mafia è risaputo dai tempi dell’unità d’Italia e gli uomini d’onore non hanno mai smesso di controllare il territorio e la politica senza le quali sarebbero una semplice banda di ladri e taglieggiatori.
L’uso della violenza è d’obbligo per punire chi non rispetta i patti o chi, come nel caso dei giudici Falcone e Borsellino, stava smascherando la stessa cupola mafiosa  custode dei legami di collusione e di complicità con gli uomini delle istituzioni.
È un nostro dovere ricordare chi ha dato la vita per difendere i principi costituzionali della libertà, della giustizia e della democrazia.
È un nostro compito arginare la corruzione e la collusione con il sistema affaristico-mafioso che senza l’uso delle bombe e della lupara si è diffuso da molto tempo su tutto il territorio nazionale.
È un nostro impegno far conoscere a chi è nato dopo gli anni  delle stragi e la stagione di tangentopoli.
È un nostro convincimento che la società  non potrà essere libera di crescere, economicamente e civilmente, se non combatterà e reprimerà i colletti bianchi dediti al controllo del mercato finanziario, alla gestione dei servizi e degli appalti e da tempo  infiltrati  nelle lobbie che condizionano le scelte politiche nazionali ed europee.
A Pastena come sempre, dedicheremo una parte del nostro tempo a ricordare i fatti tragici del 1992,  non solo per un semplice rituale istituzionale, ma per invitare i giovani ad essere i custodi della costituzione che è l’unico grande baluardo per impedire che mafia, camorra e ‘ndrangheta possano essere manovratori occulti della politica italiana.

*Sindaco di Pastena